TIZIANO e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano.
Milano, 23 febbraio – 5 giugno 2022
Tiziano con le sue 17 opere è il fil rouge della mostra che si è aperta ieri a Palazzo Reale.
Non solo dipinti, ma gioielli, libri, oggetti, stampe, sculture, incisioni.
Protagonista assoluta è la donna vista dai più diversi punti di vista.
Donne di rara cultura e bellezza, donne di potere e femministe ante litteram, donne di piacere, donne caste, donne introspettive, donne forti come Giuditta, o Lucrezia il cui coraggio morale la porta a togliersi la vita per la vergogna della violenza subita, donne tra bagni e oli profumati, donne ingioiellate e con abiti sontuosi per esaltare il loro status.
La donna del Cinquecento veneziano acquisisce un’autonomia e autocoscienza più avanzate rispetto ad altri luoghi e ciò stupisce.
Dalle pareti rosse della prima sala, emergono gli unici due soggetti religiosi della mostra: la “Madonna col bambino” di un giovanissimo Tiziano che mostra già nel 1510 circa una Vergine Maria umanizzata e terrena, e “ La Tentazione di Adamo ed Eva” di Tintoretto.
Una tavola la prima, una tela la seconda fanno da prologo al lungo percorso dalle pareti blu che ci porterà tra i dipinti di altri giganti a loro contemporanei come Giorgione, un po’ un fratello per Tiziano, Palma il Vecchio, Paris Bordone, Lorenzo Lotto, Paolo Veronese, Bernardino Licinio. Si snoda in nove sezioni dai titoli evocativi.
Dalla trattatistica cinquecentesca qui esposta, come “L’arte de’ cenni” di Giovanni Bonifacio (1616) apprendiamo che atteggiamenti e posture per lungo tempo considerati provocanti e a cui avevamo dato altri significati sono in realtà pudici come il “Mostrar il petto aperto”.
La giovane donna dipinta da Giorgione che scopre il petto, fa un gesto che apre il proprio cuore, cioè offre la propria totale fedeltà al fidanzato o allo sposo. La castità del ritratto e la sua pudicizia sembra avvalorare questa tesi.
Ed ecco che quelli che fino a ieri erano solo “Gli amanti veneziani” di Paris Bordon, tela per secoli fraintesa come amore venale rappresenta invece un amore fedele e dovrebbe intitolarsi “Gli sposi promessi” perché gli innamorati si giurano amore e fedeltà scambiandosi la collana che li lega insieme come gli anelli gemelli, caratteristico dono di nozze.
Una mostra preziosa che focalizza l’attenzione su un argomento di grande attualità.
Da vedere.
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FOTO:
Giovane donna con cappello piumato, Tiziano 1534-36 circa, olio su tela, San Pietroburgo, Hermitage
Laura, Giorgione, 1506, olio su tela su legno di abete, Vienna, Kunsthistorisches Museum.
Gli amanti o sposi promessi, Paris Bordon, 1525-30 circa, olio su tela, Pinacoteca di Brera.
Anello gemello, prima metà del XVI secolo, oro, smeraldo, rubino, Vienna, Kunsthistorisches Museum.