Joaquín Sorolla, pittore di luce
25 febbraio – 25 giugno 2022
Milano, Palazzo Reale

Cucendo la vela, 1896, olio su tela, Ca’ Pesaro, Venezia

Cucendo la vela, 1896, olio su tela, Ca’ Pesaro, Venezia

Conosciutissimo in Spagna, è presente per la prima volta in Italia con una mostra antologica coinvolgente come lo è la luce che traspare dai colori che usa.
Joaquín Sorolla nasce a Valencia nel 1863 e la sua vita viene stroncata da un ictus il 10 agosto 1923 a Cercedilla, nella Sierra de Guadarrama ad una sessantina di chilometri da Madrid.
Tre anni dopo la moglie Clotilde destina la loro casa di Madrid che servì da studio e abitazione per la famiglia a sede museale, l’attuale Museo Sorolla.

Consuelo Luca De Tena, per lungo tempo direttrice del Museo Sorolla e una delle due curatrici della mostra, spiega con semplicità e passione le pennellate sciolte e sicure che l’artista ha trasferito sulle tele esposte. 62 opere ad olio e alla gouache ripercorrono le varie fasi della straordinaria carriera di questo talento naturale.
Pur avvicinandosi all’Impressionismo da cui trae ispirazione, Sorolla si distingue anche dai post-impressionisti a lui coevi, perché non fa una pittura stilistica ma reale, ciò che a lui piace dipingere è quello che chiama “il naturale” in tutte le sue possibili espressioni, centro d’interesse della sua ricerca diventa la realtà trasformata dalla luce nelle sue diverse intensità.

Eccezionale ritrattista, arriva anche a ritrarre il re Alfonso XIII e il miliardario Tiffany, ma lo fa per necessità, ciò che lui veramente ama è ritrarre sua moglie e i suoi figli, perché con loro può prendersi la libertà di sperimentare scorci, posture e nuove tecniche impossibili su commissione.

Si fa conoscere con tematiche sociali come “Ritorno dalla prima comunione” del 1892 o la “Tratta delle bianche”, due anni più tardi. A 33 anni decide di osare di più, e si avvicina al Sorolla  che voleva essere dipingendo “Cucendo la tela”: sorprende l’elaborato scorcio prospettico della grande vela bianca al centro della tela che in realtà è un espediente per dare risalto alla luce che venendo dal fondo in controluce attraversa il quadro in vari piani paralleli arricchiti da fiori colorati che rendono il quadro allegro e gioioso. Vince il Grand Prix all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900 e a poco a poco è così che Sorolla inizia ad essere definito il pittore del bianco.

Nuotatori, Jávea – 1905, olio su tela, Museo Sorolla

Nuotatori, Jávea – 1905, olio su tela, Museo Sorolla

Mentre nelle opere di Biarritz i colori sono molto più chiari e freschi, per via della luce dell’Atlantico, molto diversa è la luce nelle tele raffiguranti le spiagge di Valencia in cui prevalgono tonalità azzurre e fissa l’attenzione sull’acqua studiandone i riflessi, le trasparenze, il movimento. Lo si nota, ne “La barchetta”, o ne “L’idillio” con  i corpi abbronzati e lucenti dei due bambini, o nel quadro “Nuotatori, Jávea” in cui la trasparenza dei fondali verde smeraldo del mare spicca ancora di più perché non c’è la sabbia.

Il nucleo rilevante delle opere presenti permette di viaggiare da Valencia, a Majorca, Madrid, alla Mancha, a La Granja o nei Paesi Baschi, fino a Sevilla e Granada, passando anche da New York.

Mia moglie e i miei figli, 1897-98, olio su tela, Museo Sorolla

Mia moglie e i miei figli, 1897-98, olio su tela, Museo Sorolla 

La mostra è un’occasione imperdibile per conoscere da vicino l’arte di questo grande artista spagnolo.

Per sapere come e quando visitarla, Vi prego di contattarmi a questo form contatti.